Un matrimonio al mare

 

Il mare è senza strade, il mare è senza spiegazioni.
(Alessandro Baricco)

Il mare come testimone d’amore di un matrimonio, come è successo per Roberto M. e Roberta che hanno sancito il loro amore a Sestri Levante. Per lo sposo era l’occasione per immergersi di nuovo in una zona di ricordi felici di infanzia.

Il 17 settembre 2016 è stato celebrato un matrimonio all’aperto: un invitato d’eccezione era sicuramente il piccolo Carlo, testimone del loro amore, un bambino vispo e attento!

La cerimonia alle 17 si è svolta su una terrazza spettacolare affacciata sulla Baia del Silenzio: il vento ci ha obbligato a cambiare tutti gli allestimenti floreali, ma alla fine ci ha aiutato a tenere a bada il maltempo.

Durante l’ingresso della sposa, il vento si è divertito anche a creare una coreografia simpatica con il vestito della sposa e i suoi capelli.

Il colore scelto come fil rouge è stato il blu marino, una scelta che è nata piano piano, insieme agli sposi. La cena si è svolta invece al chiuso, quasi come una contrapposizione con la cerimonia; dopo un aperitivo molto ricco e diversificato, in cui non è mancata la focaccia di Recco preparata al momento, gli ospiti si sono potuti sedere in sala e gustare la cena cucinata dal ristorante Manuelina

La location scelta prevedeva un allestimento della cena seduta con tovagliato bianco in una sala, all’interno di un ex convento ristrutturato, bianco e con un tocco post industriale. E’ stata una sfida ma che alla fine è diventato il posto giusto dove continuare i festeggiamenti: sono stati fondamentali lo studio delle luci che hanno creato un ambiente romantico. Durante la cena, è stato proiettato un video creato dai testimoni per divertirsi con fotografie e spezzoni: tante risate in sala! E tanti complimenti!

La sweet table è stata apprezzata soprattutto dagli ospiti stranieri che hanno potuto assaggiare i nostri confetti: non poteva mancare comunque la mandorla d’Avola Classica. Le decorazioni erano a tema marino, quindi conchiglie e sabbia si alternavano a vasi di vetro e specchi.

A causa del maltempo, abbiamo effettuato il taglio della torta all’interno della sala creando un’atmosfera romantica grazie all’uso di un centinaio di tealight.

Le bomboniere erano scatole trasparenti in plexiglass chiuse da nastro blu di seta: contenevano 5 confetti bianchi e i riferimenti dell’associazione scelta per la beneficienza.

E dopo tutto, la giornata si è conclusa all’alba insieme alla musica e agli amici di sempre.

La scelta dell’abito

La scelta dell’abito è un percorso, una conquista della consapevolezza della futura sposa: è il momento in20141120_175340-copia-2 cui una fidanzata diventa sposa, dove una donna prendere consapevolezza della realtà poiché tra tutti i preparativi del matrimonio questo è quello più concreto.

Durante la scelta dell’abito si alternano emozioni a più non posso che, però, non devono farci perdere di vista il vero obiettivo: la scelta dell’abito della sposa per il suo grande giorno.

Chi piange e chi ride: bisogna scegliere le persone giuste che ci accompagnano in questo momento, coloro che sono in grado di mettere da parte i propri gusti e rafforzare le decisioni della futura sposa.

Tante sono le proposte nell’ambiente della moda, oltre ovviamente ai prezzi: il vestito da sposa diventa l‘abito per eccellenza. Di conseguenza farsi guidare da una figura come quella della wedding planner, può essere d’aiuto per potere effettuare una ragionata selezione di costi, di stili, di personalizzazioni e di accessori. Insieme con la futura sposa prepariamo l’appuntamento: si definiscono lo stile, il prezzo e gli atelier da visitare perché è necessario avere una strategia.

Di solito, cerco di orientare e consigliare le persone verso una certa soluzione (di stile e di budget), ma in atelier mi affido alle assistenti di vendita per la gestione dell’appuntamento poiché è un lavoro di squadra.

Ecco i punti fondamentali per affrontare al meglio una scelta dell’abito che soddisfi tutti:

  1. Andare alla scelta dell’abito con spirito leggero, senza farsi suggestionare dalle fotografie di riviste e siti internet: c’è un modello per tutte le spose. Bisogna essere sempre positive, senza pensare che non si troverò mai l’abito
  2. Farsi guidare dall’assistente di vendita in negozio: avere le idee chiare non vuol dire non ascoltare i consigli
  3. Non pensare subito agli accessori ma all’immagine generale che si vuole trasmettere
  4. Per scegliere in maniera corretta è necessario avere scelto la data e la location per garantire un effetto coordinato e in rispetto del mood del matrimonio
  5. In quanti possono partecipare al momento della scelta? Dobbiamo scegliere tra le persone che sono in grado di sorvolare sull’emozione e di darci il giusto contributo. Quindi benvenute mamme, sorelle e testimoni… e ovviamente la w/p! Durante la scelta è meglio comunque essere in un numero contenuto, mentre alle prove successive si può decidere di portare altre persone.
  6. Fissare l’appuntamento della prova abito per arrivare preparata e senza avere problemi di tempo.

I girasoli sotto la pioggia

Tutte le teste degli invitati seduti nelle panche si girano verso il fondo della Chiesa perché hanno sentito l’arrivo della sposa, con il cambio della musica dell’organista.

Daiana è riuscita a mettersi al riparo prima dell’arrivo dello scroscio del DSC_9767temporale: le ho sistemato il vestito, consegnato il bouquet. Ed eccola lì pronta.

E il suo vestito ha una doppia importanza: è il vestito della sua mamma, che è lì nei primi banchi a godersi l’emozione. Un vestito bianco ottico, con la manica lunga a palloncino e un polsino stretto, tutto rifinito con un velo lunghissimo e bagnato che è rimasto scenograficamente ancorato alla passatoia rossa della Chiesa.

E’ un giorno d’estate, ma sembra autunno: all’interno della chiesa, enorme e riccamente decorata, ci sono i girasoli, nelle composizioni a lato delle panche e nel grandissimo bouquet di Daiana.

La sposa guarda in fondo all’altare: ad attenderla Paolo. E il suo sguardo dice tutto.

La cerimonia termina e tutti gli invitati aspettano l’uscita degli sposini per inondarli di riso; nonostante il tempo non sia dalla loro parte, gli sposi sono comunque contentissimi e sono riusciti anche a fare qualche foto al Castello Sforzesco.

La location scelta è un agriturismo molto rustico, con un portico imponente; anche qui si percepiscono i colori che dominano l’evento: il bianco e il giallo e l’arancione. Si inizia!

Ecco: gli sposi trionfanti entrano nella sala con tutti gli invitati pronti ad applaudirli con la loro canzone.

E a metà della cena, ecco il colpo di sorpresa, Daiana si cambia d’abito! Un abito corto bianco con un piccolo nastro bianco in vita.

La confettata è pronta: tanti coni di plexiglass ripieni di confetti arancioni, al melone e tanti altri gusti riempiono le tasche degli invitati. Si sente il rumore dei sacchetti di carta di pane takeaway decorati con le iniziali degli sposi.

E le bomboniere sono sul tavolo affianco, illuminate dalle candele: piccoli sacchetti di tulle bianco con particolare arancione, tutto chiuso dai girasoli.

Un matrimonio giovane, fresco, ballato e cantato, colorato di arancione!

Fotografia e Matrimonio – Intervista ad Aldo Giarelli

Quando si parla di matrimonio non si può non parlare di fotografia. Ma cosa significa affidare ad un professionista le immagini del giorno più bello? Come si svolge un servizio fotografico per un matrimonio? Quali sono i consigli per l’album dei ricordi? Queste e tante altre domande sono state protagoniste di una bella chiacchierata con Aldo Giarelli, fotografo.

Buona lettura!

Manuela Martinelli: Da piccolo volevi fare il fotografo?

Aldo Giarelli: Da piccolo volevo fare il veterinario perché si viveva fuori città, il missionario perché si viaggiava tanto ma decisamente non il fotografo. E’ un amore nato in età matura.

MM: La tua passione per la fotografia è diventata un lavoro?

AG: Fortunatamente sì. Da 6 anni la fotografia mi paga le bollette 🙂10998820_10205379354338436_8043008519207036487_o

MM: Come ti sei avvicinato alla fotografia da matrimonio?

AG: Come mi sono avvicinato a tutti gli altri generi: studiando. Il matrimonio ha tempi, rituali, stili: non basta fare presenza, bisogna sapere quando intervenire, come dividere i tempi, come realizzare un servizio che rappresenti davvero la coppia.

 

MM: Che cosa significa per te fare delle belle fotografie?

AG: Una bella fotografia è una foto che fra 10, 20 o 50 anni continuerà ad essere bella. A volte il ricordo di qualcosa sfuma col tempo, una bella fotografia non lo permette.

MM: Quali elementi catturano la tua attenzione quando scatti una fotografia?

AG: Che domanda difficile, Manu!! Non so rispondere sai? Quando scatto non penso a niente, anzi mi godo proprio la scena che vedo nell’oculare della macchina fotografica. Ogni tanto scatto perché è giusto scattare in quel momento, ma se devo essere sincero sono io quello rapito da quello che passa davanti alla lente.

MM: Segui personalmente i matrimoni? Prendi più matrimoni al giorno?

AG: Seguo personalmente ed esclusivamente. Non sono uno studio che appalta un matrimonio a più collaboratori, quando due sposi mi scelgono sanno che io presenzierò al loro evento. Non posso quindi prendere più impegni in un solo giorno per due motivi: primo perché non voglio far vivere agli sposi la fretta di dovermene andare e non riuscire a riprendere tutta la loro cerimonia, il secondo motivo è che se facessi due matrimoni in meno di 24 ore, probabilmente morirei.

MM: C’è un limite di orario e/o di scatti?

AG: Il mio impegno standard è di circa 9 ore. In questo tempo si riesce a coprire il 99% delle cerimonie. Se però gli sposi hanno piacere di avermi oltre, basta che me lo chiedano, anche durante la giornata di matrimonio. Io garantisco un numero minimo di scatti che realizzo che quantifico in 500. Se poi realizzo più scatti, li consegno tutti senza sovrapprezzo.

MM: Come instauri la relazione con gli sposi? Quanti appuntamenti fai con le coppie?

AG: Di solito si fanno tutti gli appuntamenti preliminari di cui gli sposi hanno bisogno. A volte hanno domande sulle tempistiche, sul tipo di foto che vogliono realizzare e sui vari servizi accessori che offro. Generalmente con due o tre incontri ci si sceglie. Uso il plurale perché mi capita sempre che si crei un feeling reciproco per cui a me fa proprio piacere realizzare il racconto fotografico di quella coppia. Molto spesso quando non c’è quel feeling i due sposi scelgono un altro professionista. Dal momento in cui si firma il contratto, mi informo su ogni dettaglio del loro evento e gli faccio capire che son diventati una mia priorità.

MM: Come si struttura un servizio fotografico per un matrimonio?

AG: Si struttura…. Bene! Fino alla cerimonia i tempi devono essere precisi al secondo. Una volta in location il ritmo si distende ma l’evento continua ad avere delle tempistiche che mi premuro di stabilire col catering e con chi supervisiona l’evento. Quello che garantisco agli sposi è che alla fine avranno tutto e tutti quelli per cui hanno speso almeno un euro: dagli invitati, agli allestimenti, al cibo.

MM: Come ti prepari il giorno prima del matrimonio? Rituali di qualche tipo?

AG: Inizio una settimana prima: niente aperitivi, ristoranti e tutto quello che possa causarmi disagi fisici che impediscono la partecipazione in piena salute al matrimonio. Quando lo dico tutti ridono, ma sono convinto che riderebbero meno se non potessi presentarmi perché son piegato col mal di pancia. Quindi cerco di tutelare la mia salute. E poi mi prendo cura dell’attrezzatura, carico le batterie, scarico le memory card, stampo le mappe, controllo il traffico e mi preparo i vari piani B, nel caso piovesse o ci fossero impedimenti al normale svolgimento della cerimonia. Insomma, è un bell’impegno!

MM: Come decidi la composizione delle fotografie nell’album?

AG: In primis propongo i vari tipi di album tra cui gli sposi possono scegliere. Poi propongo una prova di impaginazione fatta da me e la commento con gli sposi, in modo che mi dicano se le foto che ho scelto io sono le stesse che emozionano anche loro.

MM: Le fotografie che non vanno nell’album?

AG: Un album di matrimonio deve essere composto da foto di grande emozione, come un ritratto di coppia o un bacio con la mamma, le foto del rito e foto di distensione che permettano una lettura scorrevole: per esempio un dettaglio del bouquet o delle fedi sono foto che aiutano a rafforzare l’emozione, senza soverchiare. Di solito non vanno i ritratti di tutti gli invitati, le goliardate degli amici e tutte quelle foto che tolgono sobrietà al prodotto finale che deve essere molto emotivo ma non eccessivo. Io cerco di guidarli nella scelta.

MM: Cosa rispondi alle persone che ti dicono che il servizio fotografico è caro?

AG: Eh, oggi è la giornata delle domande difficili!! Sicuramente c’è uno zio, un amico, un conoscente che potrebbe fare le foto, persino gratis.
Però le foto sono l’unica cosa che resta come ricordo di quel giorno per tutta la vita: davvero si vuole correre il rischio su un valore così importante?

MM: E come rispondi alla sposa che ti dice di essere brutta o non fotogenica?

AG: Rispondo che non si va dal parrucchiere dicendo che non si è capaci a tagliarsi i capelli 🙂 E’ compito del fotografo trovare le pose, la luce, il taglio fotografico per valorizzare una persona. Fare foto è un’esperienza divertente e rilassata quando ci si lascia condurre.

MM: Come ti muovi all’interno della giornata del matrimonio: sei un fotografo che rapisce gli sposi o un fotografo/animatore?

AG: Per nulla e neppure ci riuscirei! Durante il ricevimento sono invisibile per non disturbare il naturale svolgimento della festa: a volte ci sono invitati più goliardici e a volte sono persone formali e posate. Non sta a me modificare il loro modo di vivere il matrimonio, col rischio di creare imbarazzi e situazioni spiacevoli. Gli sposi sanno che sono a disposizione per qualsiasi necessità, sia logistica che di foto, questo mi basta.

MM: Il consiglio agli sposi che non vogliono il fotografo al loro matrimonio.

AG: Guardate tante foto e domandatevi quale stile vorreste raccontaste il vostro giorno. Poi incontrate tanti fotografi e decidete quale volete al vostro fianco per tutta quella giornata.

MM: Il tuo stile è reportage puro o si fanno ancora foto in posa?

AG: Ho uno stile misto: il reportage per le parti di festa, di aperitivo, di cerimonia. Ma anche qualche ritratto di posa. Speso quando si pensa alla posa ci si immagina quelle foto anni ’80 estremamente finte. Le pose attuali sono facili, veloci e soprattutto estremamente naturali. Insisto con le pose perché non capiterà mai più di essere ben vestiti, ben truccati, sorridenti, con tutte le persone che si amano intorno ed un fotografo a disposizione!

MM: Ti ispiri ad alcuni fotografi? E se sì cosa ti ha colpito di loro?

AG: Seguo la scuola americana di fotografia di matrimonio: è un po’ più naturale e poetica a mio avviso. Mi piace perchè riesce a rendere in maniera efficace tutta l’emozione di quel giorno senza artifici e forzature.

MM: Una fotografia a cui sei particolarmente affezionato.

AG: Altra domanda difficile, per fortuna che è l’ultima!! J In ambito di matrimonio io sono affezionato alle coppie con cui lavoro: ciascuna mi ha regalato qualcosa di emozionante e alcune mi hanno dato tantissimo senza neppure saperlo. Essere in relazione con persone serene, innamorate, entusiaste… è quasi un dono!

MM:  Grazie Aldo

AG: Grazie mille Manu!

Photogallery: Aldo Giarelli – Natural Emotion Photography

 

 

Jessica e Marco

Festeggiamo insieme il primo anno di matrimonio di Jessica e Marco, due giovani sposi di Viareggio. E quale modo migliore di festeggiare se non quello di ricordare i momenti più belli di quel giorno?

Jessica e Marco hanno deciso di unire le loro vite con una cerimonia civile all’aperto nel pomeriggio in una villa del Comune, davanti a parenti ed amici. In quel momento, tutti i presenti hanno percepito l’amore e l’emozione che traspariva dai gesti e degli occhi dei due sposi.

I loro festeggiamenti si sono divisi tra il mare e il muraglione di Viareggio, dove si è svolto il servizio fotografico solo per loro, e Villa Lazzareschi (a Capannori) nell’entroterra, scelta come luogo di ricevimento e della cena serale e musica.

I toni del verde si perdevano a vista d’occhio nei giardini delle due ville: il bianco dei vestiti degli sposi permetteva di vederli risplendere ancora di più.

Jessica ha fatto un’entrata trionfale, su una 500 azzurra, con un velo lunghissimo bordato di pizzo che andava ben oltre lo strascico: lo stile del suo abito era classico, ma con un movimento della gonna tutto moderno e un nastro blu che scendeva sulla gonna ha attirato tutta l’attenzione degli invitati. E ai piedi delle bellissime scarpe blu!

Ma lei aveva occhi solo per Marco!

La cerimonia è stata toccante, seguita dal classico lancio del riso e bolle di sapone: un piccolo aperitivo per i vari invitati li aspettava ai lati del parco.

Il ricevimento era inserito in una scenografia fiabesca: la villa sullo sfondo, all’interno del giardino una fontana e una cena all’aperto, con la presenza di prelibatezze toscane e di una millefoglie come torta nuziale, creata al momento dallo chef!

La confettata era stata allestita all’interno della limonaia: un luogo adatto e romantico al punto giusto per l’ultima parte dolcissima del matrimonio; con i fenicotteri rosa, le carte da gioco e una chiave in ceramica, si riprendeva il tema di “Alice nel Paese delle Meraviglie” e un’edizione del libro “Il cucchiaio d’argento” del 1973 in onore dell’attività di Marco.

E poi musica e balli, anche con l’aiuto degli spiritosissimi testimoni!

Insomma una vera festa!