10 anni

Sapere Aude

Celebro i 10 anni di attività.

10 = 1+0 = 1 illustra l’eterno ricominciare.

Di quello che sono consapevole è che sono passati in un soffio. Ho dato il via a questa attività quando c’era una grave crisi (iniziata nel 2009) e senza neanche un cliente o un aggancio, quando si dice iniziare davvero da zero. La scelta imprenditoriale porta concretamente ad una nuova visione, anche della vita personale. Ma credo di aver sempre avuto nell’animo l’idea di imprenditorialità, anche perché respirato in casa.

10 anni fa ho iniziato questo lavoro di consulente, quando la maggior parte delle persone non aveva idea di cosa fosse la wedding planner: mi guardavano e pensavano che il matrimonio si organizzasse solo in famiglia, con l’aiuto dei famigliari. E non con l’aiuto di una sconosciuta.

10 anni di emozioni diverse e tante soluzioni, di creazione di legami molto forti, di nuove esperienze positive e negative. Tramite uno studio aggressivo e famelico, condito da tante sfide. La conoscenza del mercato del matrimonio e degli eventi è diventata sempre più profonda e intensa, grazie al fatto che tutti i progetti insegnano sempre qualcosa: è vero il detto che se non si finisce mai di imparare. Si lavora tanto e si alza sempre di più l’asticella. E’ una crescita continua: ogni volta che incontro una coppia o un cliente, il mio obiettivo è quello della personalizzazione, devono trovare la loro giusta ambientazione, devono rispecchiarsi nell’evento. Ecco la ricerca.

10 anni di cambiamento, lo applico perché è il corso naturale della vita. E’ la parola che attraversa questi anni di attività. Si cammina insieme ai clienti: è la stessa visione e lo stesso sguardo al futuro. Proprio per questo motivo, ho imparato a lavorare con le mani, con la carta, la resina il gesso e l’immancabile colla a caldo e poter creare una dimensione del sogno.

10 anni dove diventa sempre più forte il movimento del dare ed avere.  Si cammina insieme ai clienti, si rimane legato in maniera indissolubile per avere vissuto insieme grandi emozioni. E ci si rivede per gli altri grandi eventi della vita.

Il numero 10 indica sia la perfezione sia il dissolvimento di tutte le cose, ecco perché si ricomincia da qui: trovando nuove soluzioni possiamo andare lontano.

La consulenza

L’attività di wedding planner si struttura su tre pilastri:

  1. La consulenza
  2. La creatività
  3. La presenza.

Il primo punto che è necessario analizzare è sicuramente quello della consulenza. E’ probabile che la richiesta di una consulenza wedding planner, dopo l’emergenza Covid, possa avere una impennata. Ecco che per affrontare questo tema è necessario fare una premessa: partiamo dal presupposto che il servizio di wedding planner è per tutti, indipendentemente da tanti fattori [economici, creativi, di budget].

Il servizio di wedding planner ha come obiettivo primario aiutare gli sposi prima nell’organizzazione, nei preparativi, e nella gestione della giornata e durante la giornata stessa del matrimonio. L’attività del wedding planner si concentra innanzitutto sulla consulenza: non ci differenziamo né da un architetto, né da un avvocato; il wedding planner rappresenta una corsia preferenziale tra i clienti e il mercato del matrimonio. Può esercitare un potere economico, che si trasforma in risparmio per gli sposi. Grazie alla conoscenza approfondita dei fornitori del matrimonio (a partire dalla location fino ai confetti), il wedding planner è in grado di presentare le migliori soluzioni economiche, creative e logistiche che rispettino il budget degli sposi.

La consulenza riguarda quindi tutti i passaggi dell’organizzazione di un matrimonio.

La consulenza inizia già nel momento in cui per la prima volta incontro gli sposi: sono nella fase dell’ascolto; infatti è fondamentale vedere e conoscersi dal vivo, per potere vedere veramente come siamo. Ci raccontiamo. In questo incontro, si parla di date, di budget, e anche di location. In questa fase, sento “con tutti i sensi” ciò che per gli sposi è fondamentale per la loro giornata, quali sono gli elementi su cui costruire il loro matrimonio e come lo immaginano (formale, in piedi, rustico, elegante…). E’ importante anche conoscere che cosa non sia piaciuto nei matrimoni a cui hanno partecipato come invitati.

Una volta che il contratto è stato firmato e fissato una data (senza la quale non posso chiedere nessun preventivo), iniziamo a selezione le location con le caratteristiche che abbiamo sviscerato (area, tipologia, capienza, budget): dopo una selezione cartacea, fissiamo i sopralluoghi. Da qui si percepisce già il valore del consulente: mi muovo con movimenti mirati, in cui verifico le soluzioni più idonee. In che modo? Grazie alla conoscenza del mercato, dei fornitori: posso aiutare gli sposi a concentrarsi al meglio sul loro obiettivo, risparmiando molto tempo prezioso.
In conclusione, il wedding planner è un consulente.

Io sono un consulente: aiuto le coppie (e non solo, alle volte gli stessi fornitori mi chiedono come posizionarsi nel mercato) ad orientarsi nel mondo del matrimonio; posso esercitare anche un potere economico e contrattuale.

La consulenza è quindi personalizzazione: chi si rivolge ad una wedding planner vuole qualcosa di diverso dal solito, vuole organizzare un matrimonio ritagliato su se stesso. Ecco perché i miei matrimoni sono tutti diversi l’uno dall’altro: mantengono magari gli stessi momenti canonici, ma reinterpretati. La personalizzazione diventa esclusività quando creiamo prodotti, soluzioni o una creatività che non verrà più replicata.

Il centrotavola

I fiori sanno ridere, i fiori sanno sorridere, i fiori sanno anche assumere un’aria triste, giungendo persino alla disperazione – ma nessun fiore sa piangere. La natura è totalmente stoica; per questo ci offre il più sublime esempio di coraggio ed è la nostra maggiore consolatrice.
(Malcolm de Chazal)

Il centrotavola è l’elemento chiave della mis en place: quando gli invitati si siedono al tavolo possono ammirare in tutta la sua perfezione il coordinato scelto dagli sposi.

Gli occhi corrono dai piatti ai particolari del tessuto della tovaglia, fino al posizionamento del menù. E poi eccolo lì il centrotavola.

Il decoro della tavola deve essere armonico e poco invadente: per raggiungere questo obiettivo, è necessario regolare anche il numero di persone al tavolo; infatti, perché i vostri invitati siano comodi è meglio evitare di fare tavoli troppo numerosi. Di solito, consiglio di non andare mai oltre le dieci persone al tavolo: se non si riuscisse a restare nei termini, bisogna chiedere al catering o al responsabile della location quali sono i tavoli più grandi disponibili (e soprattutto quanti).

Possiamo fare una grande scrematura nella tipologia di centrotavola tra quelli floreali e quelli non floreali: è una scelta totalmente personale, in quanto bisogna per primo amare i fiori recisi ( che si arricchiscono anche di frutta ed altre elementi decorativi come bacche…).

Il centrotavola

Il centrotavola non floreale assume grande significato in contesti moderni: Valentina e Renato per esempio (http://www.manuelamartinelli.it/3235-2/)  hanno scelto una composizione di un trittico di vasi, con candele galleggianti e lanterne, rispecchiando la location e un matrimonio elegante e moderno.

Oppure Barbara e Daniele hanno scelto di portare il tema del matrimonio anche nei loro centrotavola: insieme alla loro conoscenza approfondita di Harry Potter, abbiamo creato un’ambientazione unica per ogni tavolo, riprendendo i luoghi o riferimenti ai protagonisti con l’uso di elementi specifici creati ad hoc.

Per scegliere bene il centrotavola, bisogna guardare anche alla grandezza della sala e alla sua altezza: un centrotavola basso (floreale o no) potrebbe perdersi e non avere la giusta importanza. Di solito, per una location con un salone a doppia altezza (come i saloni da ballo o chiese sconsacrate) si consiglia di utilizzare un centrotavola che si sollevi dal livello della tavola per dare più respiro e un aspetto coreografico.

I sostegni che si usano sono diversi: di solito i preferiti sono i candelabri, ma ultimamente anche sostegni di plexiglass o di vetro, come le coppe Martini sono molto utilizzate.

Giustamente, ci si chiede se queste strutture non impediscano la visuale agli ospiti: la loro presenza non disturba l’interazione tra gli ospiti perché non danno fastidio, soprattutto le alzate di vetro trasparente o di plexiglass.

Negli ultimi anni, la moda del centrotavola si è evoluta e ci siamo spostati verso l’utilizzo di vasi di forme e altezze diverse che gli danno movimento e diventa “scomposto”; un esempio è quello scelto da Francesca e Stefano (http://www.manuelamartinelli.it/un-matrimonio-verde-smeraldo/) : creato con diversi elementi e vasi decorati riccamente, smorzano la formalità del tavolo.

Insomma, con il mio aiuto possiamo scegliere lo stile più giusto che si adatti alla location del matrimonio, ma soprattutto che piaccia agli sposi. E li rappresenti.

Il bouquet amico o nemico della sposa?

Una delle cose più affascinanti nei fiori è il loro meraviglioso riserbo.
(Henry David Thoreau)

Quando una sposa prova il suo abito si rende conto che non sa dove mettere le mani; ecco la prima funzione del bouquet: aiutare la sposa a trovare una sua postura e tenere le mani occupate.

La giusta postura del bouquet è con le braccia piegate e all’altezza dell’ombelico: non si impugna come una mazza da baseball, ma gentilmente le sue dita si stringono alla sua base. In base allo stile del bouquet si possono trovare i gambi aperti (il nastro di chiusura si ferma un po’ prima) o i gambi chiusi completamente dal nastro.

Il bouquet è l’accessorio della sposa che sta in prima linea: se pensiamo all’ingresso emozionante della sposa pensiamo al vestito, ma il nostro sguardo si concentra sul boquet. E’ in grado di completare totalmente il look della sposa: rispetto a tutto l’allestimento floreale scelto, il bouquet è qualcosa di diverso e può avere un significato personale per la sposa.

Anche durante il servizio fotografico, il bouquet può essere utilizzato per prendere confidenza davanti alla macchina fotografica, rilassando gli sposi e permettendo qualche gioco.

Viene consegnato la mattina stessa del matrimonio, insieme ad eventuali boutonnieres e corsage: fotografato insieme alle fedi e al cuscino delle fedi, diventa un ricordo davvero forte.

In certi casi, in base alla tipologia del fiore, può essere fatto seccare.

Tre sono i consigli che mi sento di fornire sulla scelta del bouquet:

  1. I fiori del bouquet devono essere di stagione, soprattutto per due ragioni: la prima per mantenere un contatto con la stagione di riferimento del matrimonio la seconda ragione riguarda il contenimento del costo economico di reperimento dei fiori (questo secondo aspetto vale anche per l’allestimento floreale in genere)
  2. Il bouquet deve essere proporzionato alla figura della sposa e allo stile dell’abito
  3. Il consiglio del fiorista è importante sia per l’aspetto della moda, del look ma anche per la resistenza del fiore scelto.