La consulenza

L’attività di wedding planner si struttura su tre pilastri:

  1. La consulenza
  2. La creatività
  3. La presenza.

Il primo punto che è necessario analizzare è sicuramente quello della consulenza. E’ probabile che la richiesta di una consulenza wedding planner, dopo l’emergenza Covid, possa avere una impennata. Ecco che per affrontare questo tema è necessario fare una premessa: partiamo dal presupposto che il servizio di wedding planner è per tutti, indipendentemente da tanti fattori [economici, creativi, di budget].

Il servizio di wedding planner ha come obiettivo primario aiutare gli sposi prima nell’organizzazione, nei preparativi, e nella gestione della giornata e durante la giornata stessa del matrimonio. L’attività del wedding planner si concentra innanzitutto sulla consulenza: non ci differenziamo né da un architetto, né da un avvocato; il wedding planner rappresenta una corsia preferenziale tra i clienti e il mercato del matrimonio. Può esercitare un potere economico, che si trasforma in risparmio per gli sposi. Grazie alla conoscenza approfondita dei fornitori del matrimonio (a partire dalla location fino ai confetti), il wedding planner è in grado di presentare le migliori soluzioni economiche, creative e logistiche che rispettino il budget degli sposi.

La consulenza riguarda quindi tutti i passaggi dell’organizzazione di un matrimonio.

La consulenza inizia già nel momento in cui per la prima volta incontro gli sposi: sono nella fase dell’ascolto; infatti è fondamentale vedere e conoscersi dal vivo, per potere vedere veramente come siamo. Ci raccontiamo. In questo incontro, si parla di date, di budget, e anche di location. In questa fase, sento “con tutti i sensi” ciò che per gli sposi è fondamentale per la loro giornata, quali sono gli elementi su cui costruire il loro matrimonio e come lo immaginano (formale, in piedi, rustico, elegante…). E’ importante anche conoscere che cosa non sia piaciuto nei matrimoni a cui hanno partecipato come invitati.

Una volta che il contratto è stato firmato e fissato una data (senza la quale non posso chiedere nessun preventivo), iniziamo a selezione le location con le caratteristiche che abbiamo sviscerato (area, tipologia, capienza, budget): dopo una selezione cartacea, fissiamo i sopralluoghi. Da qui si percepisce già il valore del consulente: mi muovo con movimenti mirati, in cui verifico le soluzioni più idonee. In che modo? Grazie alla conoscenza del mercato, dei fornitori: posso aiutare gli sposi a concentrarsi al meglio sul loro obiettivo, risparmiando molto tempo prezioso.
In conclusione, il wedding planner è un consulente.

Io sono un consulente: aiuto le coppie (e non solo, alle volte gli stessi fornitori mi chiedono come posizionarsi nel mercato) ad orientarsi nel mondo del matrimonio; posso esercitare anche un potere economico e contrattuale.

La consulenza è quindi personalizzazione: chi si rivolge ad una wedding planner vuole qualcosa di diverso dal solito, vuole organizzare un matrimonio ritagliato su se stesso. Ecco perché i miei matrimoni sono tutti diversi l’uno dall’altro: mantengono magari gli stessi momenti canonici, ma reinterpretati. La personalizzazione diventa esclusività quando creiamo prodotti, soluzioni o una creatività che non verrà più replicata.

Il primo appuntamento

Mi emoziona sempre il primo incontro con una nuova coppia.

Sono curiosa di immaginare insieme a loro, il matrimonio e la loro giornata: da alcune espressioni, gesti e idee comprendo cosa sia importante per loro.

Ma come mi preparo a questo incontro?

Innanzitutto, sistemo le ultime fotografie di allestimento sui vari dispositivi in modo tale da avere sempre materiale aggiornato. Poi, rileggo la lettera di presentazione del servizio wedding planner che mi aiuta a non dimenticare nulla delle informazioni necessarie agli sposi per prendere in considerazione la mia consulenza. Alla fine dell’incontro, ne lascerò una copia anche a loro, insieme al contratto, senza il quale non posso lavorare.

Accanto alla parte cartacea, creo sempre un packaging particolare per l’incontro: per il 2019, utilizzo due scatoline di confetti con la forma dell’abito da sposa e lo smoking, ripieni di confetti.

Il packaging è molto importante per dimostrare la mia attenzione ai particolari, alle decorazioni e all’allestimento come parte integrante del mio lavoro.

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Di cosa parliamo?

Gli sposi evidenziano con il loro racconto l’idea che hanno del loro matrimonio, a grandi linee dandomi dei riferimenti come una grande festa, un matrimonio a pranzo o a cena, o un momento easy per stare insieme.

Siamo in grado già dal primo incontro di mettere su carta la gestione del budget: definiamo insieme la portata della spesa minima e massima. Di conseguenza si tocca con mano quello che posso fare per loro, sia nella parte consulenziale sia nella parte organizzativa.

Ma il cliente firma subito?

Alla fine dell’incontro, riceveranno una mail con i documenti di presentazione e del contratto.

E da lì a qualche giorno, saprò se inizieremo un percorso insieme.