Le partecipazioni: si fanno ancora?

La domanda da cui partire è : ancora senso stampare e creare le partecipazioni?

Si, con la tecnologia, si rischia di perdere l’interesse per tutto quello che è di carta.

Sì, perché è giusto consegnare e gioire di questi momenti: la scelta di sposarsi è un momento anche di condivisione con le persone. Gli inviti del matrimonio hanno moltissime sfumature e sono diventate moderni e fruibili.  Molte sono le persone che conservano gli inviti ricevuti, sono dei ricordi preziosi.

In più dobbiamo ricordare sempre che le partecipazioni sono il biglietto da visita del matrimonio: gli invitati ricevano la partecipazione e cominciano a fantasticare sulla location. E sulla giornata in generale.

Come si crea una partecipazione (e un coordinato)?

Si parte da una idea, dalla location scelta, perché è fondamentale anche considerare l’ambientazione dell’evento: rustico, elegante, moderno e/o romantico. Ne rappresenta il taglio, il mood per dirla con un termine a tutto tondo.

Le partecipazioni

Imprescindibile per la creazione di un coordinato è sicuramente il tema e/o il colore che gli sposi hanno in mente, ma se non c’è non è un problema, sono altri gli elementi.

Il primo passo è quello di creare la grafica, con tutti gli elementi al posto giusto: tra cui spicca sicuramente la dimensione del testo. Bisogna ricordare sempre che il testo deve essere ben visibile e leggibile; la grandezza del carattere e la sua elaborata grafia è importante anche nei menu.

Le partecipazioni

Ma quali sono le tendenze in fatto di grafica delle partecipazioni? Il motivo floreale nelle sue sfumature la fa da padrona, grazie all’influenza straniera (americana e inglese) sempre molto forte: bouquet floreali, composizioni, coccarde con stili diversi e colori diversi, fiori di campo, fiori colorati, monocolore…

Le partecipazioni

Il secondo passo è la scelta della carta: l’esperienza dell’invito e del matrimonio passa anche attraverso il tatto. Oltre al colore, le trame le finiture e lo spessore sono davvero importanti per rendere la giusta importanza alla partecipazione: le grammature sono importante come le finiture materiche (lisce, pergamenate, marcata pelle…).

Il terzo e ultimo passo è quello di chiudere la confezione: la grande moda degli ultimi tempi è sicuramente data dal ritorno della ceralacca. Il sigillo può avere motivi e lavorazioni differenti: i colori poi possono essere scelti in tono o in contrasto con lo stile della partecipazione.

Le partecipazioni

La partecipazione di solito è costituita da annuncio della cerimonia (civile o religiosa) e l’invito al ricevimento: per le celebrazioni civile effettuate in loco, si tende ad utilizzare solo un cartoncino; la busta singola si utilizza ancora, ma viene utilizzato spesso la pocketfold, unendo modernità e funzionalità.

Il matrimonio di Michele e Valentina

C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età. Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare.
(Alda Merini)

Organizzare un matrimonio è sempre molto impegnativo, un matrimonio fuori dalla propria regione è una sfida. Poi con la presenza del Covid è stato davvero difficile.

Ma tutto è andato bene e questo è quello che conta.

Nel gennaio 2020, insieme a Michele e Valentina abbiamo effettuato un sopralluogo presso alcune location nella zona della Costiera Amalfitana poiché erano i luoghi del cuore e della gioventù della sposa. Quando abbiamo varcato la soglia di Villa Eva a Ravello, ho compreso subito che Michele e Valentina avevano trovato il loro posto, la loro location: con uno stile molto elegante e fresco, con una villa allestita ai primi del 900, Villa Eva è davvero spettacolare. Il ricevimento si è tenuto in una specie di giardino di inverno, tutto apribile, e fuso totalmente con l’ambiente circostante, con tanti piccoli scorci ma soprattutto una vista sul golfo pazzesca.

Con l’inizio della pandemia, abbiamo quindi potuto compiere 1 solo sopralluogo: ci siamo tornati a maggio 2021. E’ stata molto dura, ma insieme abbiamo tenuto duro, abbiamo cercato di mantenere i piedi per terra e non farci prendere dal panico. E siamo stati premiati. Per rispettare al meglio, le regole imposte dal Covid ho provveduto ad organizzare anche i tamponi in loco, per gli invitati che non erano ancora vaccinati e per essere così tranquilli.

Il matrimonio di Michele e Valentina è stato molto elegante molto materico, partendo già dalle partecipazioni: un mix di Carta di Amalfi e di carta moderna, chiuse da una ceralacca con una nuance creata apposta.

La carta di Amalfi è stata poi ripresa per i menu: insomma, un ritorno all’antico. Mentre il tableau de mariage ha strizzato l’occhio alla modernità, scegliendo il plexiglass, un materiale trasparente e di ampio respiro.

Michele e Valentina erano elegantissimi: entrambi con abiti raffinati, ma semplici e leggeri per potere godere al meglio della giornata e del ballo finale, in cui si sono scatenati insieme agli invitati.

L’allestimento floreale era costituito da fiori bianchi come rose, gigli e ortensie, ripresi anche nel bouquet della sposa, con una base verde che ha ricreato un’atmosfera leggera ed elegante che andava a mettere in risalto la bellezza della Chiesa. Per i centrotavola, abbiamo mantenuto la base verde e fiori bianchi, completandoli con cilindri e giochi di acqua con candele e portacandele che hanno creato una magica cena.

Una giornata fantastica in cui ho potuto assistere al coronamento di un sogno di una coppia speciale.

Il matrimonio di Gabriele e Jessica

Non c’è uomo più completo di colui che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita. Alphonse de Lamartine

Ho conosciuto Gabriele e Jessica quando eravamo tutti bloccati, nel limbo di zone gialle e rosse, e a ripesarci bene è stata una incredibile contraddizione. Infatti, il tema del matrimonio è stato il viaggio, in grado di rappresentare molto bene la loro intesa, la loro voglia di scoprire il mondo

Il tema del matrimonio può essere da fuori uguale a tanti altri, ma ogni coppia ha una storia, una  caratteristica: la sfumatura creata è una sfumatura vintage. Lo si vede già dalla partecipazione scelta, dove il planisfero con l’aeroplano che viaggia da un capo all’altro, diventa vintage anche grazie alla carta scelta, ruvida al tatto e sfumature di colore.

Perché questa sfumatura vintage? Tutto è nato, grazie alla scelta di Jessica di trasformare l’abito della mamma (che si chiama Manuela come me!) da lungo, stile anni 90 a modello corto! Da qui la fantasia ha cominciato a correre.

Gabriele e Jessica sono una coppia moderna, molto sveglia e innamoratissima; hanno compreso che sono i particolari che fanno la differenza e hanno cominciato ad organizzare il matrimonio proprio da uno dagli aspetti più importanti: l’esperienza del gusto, del buon cibo e del palato. Infatti, mi sono stati presentanti da “Colori e Sapori”, che di cose buone se ne intendono.

Ma se avevano già organizzato quasi tutto, perché utilizzare la wedding planner? Ho aiutato i ragazzi a organizzare tutti gli elementi del matrimonio, ma soprattutto uniformare gli orari e gli spostamenti e aiutarli a trovare gli ultimi fornitori che rispecchiassero davvero il loro volere.

Anche per il centrotavola, abbiamo optato per una atmosfera moderna ma con qualche sfumatura vintage: si univano in un movimento omogeneo elementi floreali come bouquet di fiori freschi e piante aromatiche (ma non la lavanda) ed elementi di arredo come sostegni in legno, un piccolo caravan in legno, lanterne piccole e grandi. Il colore dominante era l’arancione.

In questo matrimonio, avevamo tutto: tema e colore!

Intorno al tavolo reale, (attenzione diverso per profondità da quello imperiale) sedevano 30 persone, un numero scelto e creato ad hoc, per avere quelle persone giuste, e per avere la sensazione di vedere tutti con un colpo d’occhio: per ovviare alla problematica delle sedute, oltre al tableau de mariage, su ogni menu avevamo scritto il nome del commensale.

La confettata era ovviamente un tripudio di riferimenti al viaggio: in tempi di COVID, la presento sigillata in confezioni a tema o che sono personalizzate in base al volere degli sposi. In questo caso, Gabriele e Jessica hanno potuto regalare ai loro invitati delle piccole valigie.

Le bomboniere erano allestite su un pianoforte, circondate da frasi sul viaggio.

E come guestbook, un mappamondo!

Il matrimonio di Roberto e Samantha

Cosa ricordo del giorno del matrimonio di Roberto e Samantha?

Sono stati l’anima della festa, della testimonianza del loro amore per tutta la giornata del loro matrimonio, anche grazie ai loro sguardi, alla loro vicinanza e alla loro presenza.

L’immagine di una coppia che ha fatto del proprio matrimonio il loro GRANDE giorno, la loro festa: è un giorno dove godere dell’amore della coppia, del divertimento e dell’amore e dell’affetto che le persone invitate riversano addosso. E questa sensazione si percepiva.

Nella progettazione, siamo partiti dal colore: anzi dai due colori; sicuri e senza indugi, gli sposi hanno scelto un abbinamento molto estivo giallo e turchese, creando un abbinamento fresco e alternativo, che ricorda il caldo e l’estate.

Il matrimonio di Roberto e Samantha alterna elementi tradizionali e moderni come, per esempio, la scelta di partecipazioni in plexiglass, chiuse con un sigillo di ceralacca e di invece di centrotavola con elementi vintage, scovati nei vari mercatini.

I due colori sono stati riproposti anche sul tovagliato e sugli elementi decorativi del tableau in plexiglass con fiori di carta e della confettata. Per rispettare i termini del protocollo, la confettata è stata presentata in confezioni dal packaging moderno e che alternavano i due colori di riferimenti.

Le bomboniere, invece, stimolavano il palato e il gusto: una birra artigianale e biscotti dolci e salati.

Il matrimonio è stato celebrato in una ex fortezza, tra le montagne di Lecco e Bergamo in una location che assomigliava molto anche ad una villa in Toscana, ma conoscendo la loro storia mi ha colpito molto la similitudine tra lo spessore delle mura e la forza trasmessa dal loro stare insieme. Come dire, qui con me starai al sicuro, al riparo in queste mura.

 L’abito di Samantha è stato un inno alla ragazza diventata sposa: decori di pizzi, ramage che salivano sulle spalle mentre la gonna era liscia, creando una immagine delicata. Il velo riccamente decorato incorniciava ancora di più la figura di Samantha.

Roberto, elegantissimo quanto emozionato, vestiva un abito in grado di rivisitare il classico, con molti particolari come, per esempio, un particolare delle scarpe, l’alternanza di parti scamosciate e di pelle.

La cerimonia civile ha avuto luogo nell’immenso parco della villa, con passatoia e gazebo, davanti a parenti, amici nuovi e di vecchia data; l’emozione palpabile nello sguardo di Roberto che aspettava la sposa, lo scambio degli anelli portati dalla dolce Sonia insieme ad un meraviglioso cagnone di nome Igor. I lettori si sono alternati, rendendo ancora più speciale l’ambientazione con letture e lettere scritte ad hoc.

Una giornata dedicata alla giusta celebrazione di un amore.

10 + 1

[Il numero 11]

Considerato come la via della maturità spirituale e della conoscenza oltre il limite della comprensione umana, è associato a una forte intuizione e una grande apertura mentale. È caratterizzato da forte idealismo e spiccata visione d’insieme.

Ricomincio da qui, da questo 10 + 1, verso nuovi orizzonti e verso nuove idee e nuovi progetti perché a fianco all’attività di #wedding planner e consulente, ci sono nuove sfumature. Come per esempio #manuchehaidee .

Quindi pronti via!


La creatività

La capacità di provare ancora stupore è essenziale nel processo della creatività.

D. Woods Winnicott

La creatività è contagiosa. Trasmettila. Einstein

Tra la fine del 2009 e l’inizio 2010, ho creato la mia attività di wedding planner, quando in Italia nessuno sapeva chi fosse e che cosa facesse. L’obiezione più forte era sempre legata alla consulenza: perché avrebbero dovuto utilizzare una figura consulenziale per organizzare un matrimonio? Negli anni, ho lavorato, creando una rete di conoscenze, ho studiato il mercato e ho impostato il lavoro nella maniera più vicina a me, partendo quindi da 0, ma sfruttando una mia precedente esperienza negli eventi aziendali di una multinazionale. Andando avanti nell’attività, le richieste dei clienti e il mercato si sono modificati: ho sentito l’esigenza di prendere in considerazione di abbassare i costi di produzione di alcuni elementi del matrimonio (come bomboniere…) poiché al cliente costavano di più e spesso non era possibile la personalizzazione se non a costo di venire a patti con i fornitori. Ho deciso, quindi, di rendermi autonoma, garantendo così ai clienti la tanto agognata esclusività: ammetto che non sapevo fare neanche un fiocco. Ma come si dice, il bisogno aguzza l’ingegno. Nel 2017, sono entrata in contatto con il mondo della creatività, scoprendo un universo sommerso di creativi/e: scrapbooking, paper flower, grammature di carte, nastri in seta… Deciso quindi di imparare anche le tecniche di lavorazione della resina e del gesso, dimostrando così di essere in grado di personalizzare ogni tipologia di evento e di allestimento. E posso rispondere positivamente alle richieste dei negozi di occuparmi di visual merchandising.A fine 2020, nasce l’esigenza di creare un nuovo marchio, progetto, business: nasce così Manuchehaidee.

Il lancio del progetto

Sappiamo benissimo che anno sia stato il 2020, ma cosa significa creare un progetto e dargli vita in un periodo di crisi così forte? E’ il risultato di un percorso che definirei sotterraneo e che, ad un certo punto, deve trovare la sua luce, deve dare sfogo a questa parte di te che rappresenta un costante e quotidiano lavoro: ti permette quindi di sganciarti da altre stereotipi o pensieri che senza che te ne accorga entrano in te. Si scorgono nuovi orizzonti e nuovi obiettivi che ti danno la forza di alzarti dal letto.

Ma la passione non basta. Sviluppare un nuovo business non può prescindere dalla RETE, dalle interazioni che questa genera   intesa come collaborazioni, scambi e comprensioni. La rete ci aiuta a capire anche dove il nostro progetto fa acqua, dove non si presenta in maniera uniforme. Il progetto deve diventare una seconda pelle, una identità: come era successo per l’attività di wedding planner, ho compreso che il cliente non compra il servizio ma me stessa. Ecco perché è necessario metterci la faccia e raccontare parte di noi stesse.

La creatività non è il punto di partenza

Ho scelto di iniziare questo articolo con queste due frasi che identificano pienamente la creatività come parte integrante della mia vita, prima che del mio business: mettono in luce il fatto che la creatività sia quasi istintiva. E che grazie a lei, si inneschi il cambiamento e ci fa prendere nuove decisioni verso una nuova crescita. Ma la creatività è una onda lunga che dobbiamo cavalcare con la nostra tavola, fatta di progettazione e di organizzazione. Organizzare, programmare e realizzare: questo è il processo che ci permette di arrivare vedere la nostra creatività tangibile. Il lavoro manuale è il fulcro del mio progetto, quello in cui si sporca le mani (e le mie sono sporche di colla e alle volte di glitter) prevede sempre e comunque una programmazione. In tanti, anche le persone insospettabili o quelle più vicine, lo paragonano ad un lavoretto, un po’ per “ignoranza” (nel senso di ignorare che ci siano altri modelli di lavoro e nuove professioni oltre alle classiche) e un po’ per invidia. Molti non comprendono la mia trasformazione in creativa: come mai visto che hai un titolo, sei laureata e hai una attività di consulenza ti metti a fare queste cose? 

Eccolo lì, l’errore: è proprio grazie al mio background formativo, che posso buttarmi in questa nuova esperienza, grazie agli studi, alle conoscenze e alle competenze acquisite. “Che bello, fai i lavoretti!” E’ la frase che ho sentito di più.

Non è un lavoretto, non è un’attività didattica con i bambini, non è mai stato un hobby perché ha sempre affiancato il progetto di partenza, come due anime che si intrecciano.  Siamo noi per primi che dobbiamo non usare i vezzeggiativi o sminuire il progetto o la creazione. La creatività una competenza che fa parte di quelle soft skills di cui si parla molto nell’ultimo periodo, ma assume diversi aspetti e declinazioni nei vari settori: chi la avvicina al problem solving, chi ha talenti particolari.

La creatività è intorno, sotto gli occhi tutti i giorni che quasi ormai non ce ne accorgiamo più. Per questo mi voglio concentrare sulle parole come:

RI/creare: partendo da una idea, dalla voglia di fare qualcosa di nuovo.

RI/cominciare: iniziare una nuova avventura, un nuovo percorso. Ma non significa che partiamo da una sconfitta, ci stiamo guardando intorno per trovare nuove soluzioni,

RI/prendere spazi e idee: diventare di nuovo padroni di spazi e coltivare nuove idee magari messe da parte, ma che sono sempre parte integranti di noi stesse.

E si parte.

#manuchehaidee

A fine 2020, ho dato vita a un nuovo progetto, una nuova linea di business che non si allontana, ma integra la mia attività di #weddingplanner.

L’ho chiamata #manuchehaidee

https://www.facebook.com/manuchehaidee

http://www.manuelamartinelli.it/manuchehaidee/

La creatività fa parte del mio lavoro, insieme alla personalizzazione. Mi sono lasciata guidare da nuove esperienze in settori diversi, anche lontani dal matrimonio. Ho cominciato con allestimenti per battesimi, comunioni e cresime, per poi raggiungere anche le vetrine e gli interni dei negozi. Diversi sono poi gli elementi creati per il decoro della casa: da bouquet costituiti da fiori di carta, a coccarde fuori porta (natalizie, primaverili…) e fiocchi per celebrare le nascite.

Ora, è il momento di dare visibilità a questi lavori.

https://www.facebook.com/manuchehaidee

10 anni

Sapere Aude

Celebro i 10 anni di attività.

10 = 1+0 = 1 illustra l’eterno ricominciare.

Di quello che sono consapevole è che sono passati in un soffio. Ho dato il via a questa attività quando c’era una grave crisi (iniziata nel 2009) e senza neanche un cliente o un aggancio, quando si dice iniziare davvero da zero. La scelta imprenditoriale porta concretamente ad una nuova visione, anche della vita personale. Ma credo di aver sempre avuto nell’animo l’idea di imprenditorialità, anche perché respirato in casa.

10 anni fa ho iniziato questo lavoro di consulente, quando la maggior parte delle persone non aveva idea di cosa fosse la wedding planner: mi guardavano e pensavano che il matrimonio si organizzasse solo in famiglia, con l’aiuto dei famigliari. E non con l’aiuto di una sconosciuta.

10 anni di emozioni diverse e tante soluzioni, di creazione di legami molto forti, di nuove esperienze positive e negative. Tramite uno studio aggressivo e famelico, condito da tante sfide. La conoscenza del mercato del matrimonio e degli eventi è diventata sempre più profonda e intensa, grazie al fatto che tutti i progetti insegnano sempre qualcosa: è vero il detto che se non si finisce mai di imparare. Si lavora tanto e si alza sempre di più l’asticella. E’ una crescita continua: ogni volta che incontro una coppia o un cliente, il mio obiettivo è quello della personalizzazione, devono trovare la loro giusta ambientazione, devono rispecchiarsi nell’evento. Ecco la ricerca.

10 anni di cambiamento, lo applico perché è il corso naturale della vita. E’ la parola che attraversa questi anni di attività. Si cammina insieme ai clienti: è la stessa visione e lo stesso sguardo al futuro. Proprio per questo motivo, ho imparato a lavorare con le mani, con la carta, la resina il gesso e l’immancabile colla a caldo e poter creare una dimensione del sogno.

10 anni dove diventa sempre più forte il movimento del dare ed avere.  Si cammina insieme ai clienti, si rimane legato in maniera indissolubile per avere vissuto insieme grandi emozioni. E ci si rivede per gli altri grandi eventi della vita.

Il numero 10 indica sia la perfezione sia il dissolvimento di tutte le cose, ecco perché si ricomincia da qui: trovando nuove soluzioni possiamo andare lontano.

La consulenza

L’attività di wedding planner si struttura su tre pilastri:

  1. La consulenza
  2. La creatività
  3. La presenza.

Il primo punto che è necessario analizzare è sicuramente quello della consulenza. E’ probabile che la richiesta di una consulenza wedding planner, dopo l’emergenza Covid, possa avere una impennata. Ecco che per affrontare questo tema è necessario fare una premessa: partiamo dal presupposto che il servizio di wedding planner è per tutti, indipendentemente da tanti fattori [economici, creativi, di budget].

Il servizio di wedding planner ha come obiettivo primario aiutare gli sposi prima nell’organizzazione, nei preparativi, e nella gestione della giornata e durante la giornata stessa del matrimonio. L’attività del wedding planner si concentra innanzitutto sulla consulenza: non ci differenziamo né da un architetto, né da un avvocato; il wedding planner rappresenta una corsia preferenziale tra i clienti e il mercato del matrimonio. Può esercitare un potere economico, che si trasforma in risparmio per gli sposi. Grazie alla conoscenza approfondita dei fornitori del matrimonio (a partire dalla location fino ai confetti), il wedding planner è in grado di presentare le migliori soluzioni economiche, creative e logistiche che rispettino il budget degli sposi.

La consulenza riguarda quindi tutti i passaggi dell’organizzazione di un matrimonio.

La consulenza inizia già nel momento in cui per la prima volta incontro gli sposi: sono nella fase dell’ascolto; infatti è fondamentale vedere e conoscersi dal vivo, per potere vedere veramente come siamo. Ci raccontiamo. In questo incontro, si parla di date, di budget, e anche di location. In questa fase, sento “con tutti i sensi” ciò che per gli sposi è fondamentale per la loro giornata, quali sono gli elementi su cui costruire il loro matrimonio e come lo immaginano (formale, in piedi, rustico, elegante…). E’ importante anche conoscere che cosa non sia piaciuto nei matrimoni a cui hanno partecipato come invitati.

Una volta che il contratto è stato firmato e fissato una data (senza la quale non posso chiedere nessun preventivo), iniziamo a selezione le location con le caratteristiche che abbiamo sviscerato (area, tipologia, capienza, budget): dopo una selezione cartacea, fissiamo i sopralluoghi. Da qui si percepisce già il valore del consulente: mi muovo con movimenti mirati, in cui verifico le soluzioni più idonee. In che modo? Grazie alla conoscenza del mercato, dei fornitori: posso aiutare gli sposi a concentrarsi al meglio sul loro obiettivo, risparmiando molto tempo prezioso.
In conclusione, il wedding planner è un consulente.

Io sono un consulente: aiuto le coppie (e non solo, alle volte gli stessi fornitori mi chiedono come posizionarsi nel mercato) ad orientarsi nel mondo del matrimonio; posso esercitare anche un potere economico e contrattuale.

La consulenza è quindi personalizzazione: chi si rivolge ad una wedding planner vuole qualcosa di diverso dal solito, vuole organizzare un matrimonio ritagliato su se stesso. Ecco perché i miei matrimoni sono tutti diversi l’uno dall’altro: mantengono magari gli stessi momenti canonici, ma reinterpretati. La personalizzazione diventa esclusività quando creiamo prodotti, soluzioni o una creatività che non verrà più replicata.

Il tempo nel matrimonio

Non amare, né odiare la tua vita: ma il tempo che vivi, Vivilo bene, lascia al cielo decidere quanto sia breve o lungo. John Milton

Passano i mesi e passano gli anni. Questo vale anche per i matrimoni che ho organizzato e succede che ogni tanto perda i riferimenti e non ricordo più in che anno ho organizzato un determinato matrimonio.

Questo perché succede?

Perché il tempo è una risorsa, ma può anche essere un ostacolo: è una risorsa quando posso strutturare al meglio la giornata del matrimonio, organizzando una tabella di marcia, un ostacolo quando i preparativi diventano intensi.

Quanto tempo è necessario per organizzare un matrimonio?

Non c’è un tempo minimo né un tempo massimo: durante tutta la mia attività (a settembre, sono 10 anni!), ho organizzato matrimoni anche in 3 mesi. Le riviste o le pubblicazioni di settore parlano di 9 mesi, dando anche scadenze molto particolari, a mio avviso, come per esempio la scelta di bomboniere e fotografo 4 mesi prima della data… insomma, un po’ troppo tardi, non credete?

Per il mio modo di lavorare con le coppie, mi assesto su una media di 6 mesi.

Nei preparativi, con una figura di riferimento e di coordinamento come la mia, si possono ridurre i tempi, mantenendo tutta l’attenzione sui particolari, rispettando il susseguirsi corretto delle scelte (chiesa/comune, location, abito sposa…); il mio modo di lavorare prevede che organizzi e presenzi agli appuntamenti e insieme agli sposi crei la giusta definizione dell’agenda, che comprende cose da fare e quando.  Alla fine di ogni incontro, elaboro un punto della situazione, per visualizzare dove siamo e dove stiamo andando. La riduzione dei tempi dell’organizzazione del matrimonio è possibile grazie alla conoscenza del mercato, cioè la selezione dei fornitori più in linea con le richieste degli sposi, sia per tipologia di servizio, sia per budget.

La giornata del matrimonio vede come elemento principale il tempo, sia meteorologico sia per l’organizzazione della giornata: durante i preparativi, insieme agli sposi, ho potuto comprendere pienamente quali sono gli elementi fondamentali per la coppia e poter costruire il matrimonio tutto intorno alle loro esigenze. Definisco, quindi, insieme ai miei collaboratori, la creazione di una tabella di marcia: la giornata è complicata e ci sono STEP importanti che non possono mancare o essere tralasciati.

Prima di stilare una tabella di marcia, ho già individuato e risolto alcune problematiche organizzative durante il sopralluogo: sappiamo tutti dove e come si svolgeranno i vari momenti e abbiamo anche definito il piano B. Ho analizzato ed esposto agli sposi alcune aree critiche (come spostamenti, allestimenti e persone coinvolte) e a cui abbiamo prontamente trovato una soluzione. Solo allora posso pensare agli orari.

La tabella di marcia non rappresenta la giornata al secondo, ma è un documento che ci permette di gestire i fuori programma: un ballo in più, il discorso del papà, l’extra time; tutti gli attori coinvolti (sposi e fornitori) ne devono essere a conoscenza. Inoltre, la tabella di marcia ci serve per avere tutto sotto controllo, per definire invece quello che potrebbe non esserlo, come per esempio i contrattempi. Serve anche per i fornitori per rispettare le regole della location, perché dobbiamo sempre ricordare di avere rispetto di tutti, dei contratti e degli orari per lavorare sempre e in tranquillità.