Quando si parla di matrimonio non si può non parlare di fotografia. Ma cosa significa affidare ad un professionista le immagini del giorno più bello? Come si svolge un servizio fotografico per un matrimonio? Quali sono i consigli per l’album dei ricordi? Queste e tante altre domande sono state protagoniste di una bella chiacchierata con Aldo Giarelli, fotografo.
Buona lettura!
Manuela Martinelli: Da piccolo volevi fare il fotografo?
Aldo Giarelli: Da piccolo volevo fare il veterinario perché si viveva fuori città, il missionario perché si viaggiava tanto ma decisamente non il fotografo. E’ un amore nato in età matura.
MM: La tua passione per la fotografia è diventata un lavoro?
AG: Fortunatamente sì. Da 6 anni la fotografia mi paga le bollette 🙂
MM: Come ti sei avvicinato alla fotografia da matrimonio?
AG: Come mi sono avvicinato a tutti gli altri generi: studiando. Il matrimonio ha tempi, rituali, stili: non basta fare presenza, bisogna sapere quando intervenire, come dividere i tempi, come realizzare un servizio che rappresenti davvero la coppia.
MM: Che cosa significa per te fare delle belle fotografie?
AG: Una bella fotografia è una foto che fra 10, 20 o 50 anni continuerà ad essere bella. A volte il ricordo di qualcosa sfuma col tempo, una bella fotografia non lo permette.
MM: Quali elementi catturano la tua attenzione quando scatti una fotografia?
AG: Che domanda difficile, Manu!! Non so rispondere sai? Quando scatto non penso a niente, anzi mi godo proprio la scena che vedo nell’oculare della macchina fotografica. Ogni tanto scatto perché è giusto scattare in quel momento, ma se devo essere sincero sono io quello rapito da quello che passa davanti alla lente.
MM: Segui personalmente i matrimoni? Prendi più matrimoni al giorno?
AG: Seguo personalmente ed esclusivamente. Non sono uno studio che appalta un matrimonio a più collaboratori, quando due sposi mi scelgono sanno che io presenzierò al loro evento. Non posso quindi prendere più impegni in un solo giorno per due motivi: primo perché non voglio far vivere agli sposi la fretta di dovermene andare e non riuscire a riprendere tutta la loro cerimonia, il secondo motivo è che se facessi due matrimoni in meno di 24 ore, probabilmente morirei.
MM: C’è un limite di orario e/o di scatti?
AG: Il mio impegno standard è di circa 9 ore. In questo tempo si riesce a coprire il 99% delle cerimonie. Se però gli sposi hanno piacere di avermi oltre, basta che me lo chiedano, anche durante la giornata di matrimonio. Io garantisco un numero minimo di scatti che realizzo che quantifico in 500. Se poi realizzo più scatti, li consegno tutti senza sovrapprezzo.
MM: Come instauri la relazione con gli sposi? Quanti appuntamenti fai con le coppie?
AG: Di solito si fanno tutti gli appuntamenti preliminari di cui gli sposi hanno bisogno. A volte hanno domande sulle tempistiche, sul tipo di foto che vogliono realizzare e sui vari servizi accessori che offro. Generalmente con due o tre incontri ci si sceglie. Uso il plurale perché mi capita sempre che si crei un feeling reciproco per cui a me fa proprio piacere realizzare il racconto fotografico di quella coppia. Molto spesso quando non c’è quel feeling i due sposi scelgono un altro professionista. Dal momento in cui si firma il contratto, mi informo su ogni dettaglio del loro evento e gli faccio capire che son diventati una mia priorità.
MM: Come si struttura un servizio fotografico per un matrimonio?
AG: Si struttura…. Bene! Fino alla cerimonia i tempi devono essere precisi al secondo. Una volta in location il ritmo si distende ma l’evento continua ad avere delle tempistiche che mi premuro di stabilire col catering e con chi supervisiona l’evento. Quello che garantisco agli sposi è che alla fine avranno tutto e tutti quelli per cui hanno speso almeno un euro: dagli invitati, agli allestimenti, al cibo.
MM: Come ti prepari il giorno prima del matrimonio? Rituali di qualche tipo?
AG: Inizio una settimana prima: niente aperitivi, ristoranti e tutto quello che possa causarmi disagi fisici che impediscono la partecipazione in piena salute al matrimonio. Quando lo dico tutti ridono, ma sono convinto che riderebbero meno se non potessi presentarmi perché son piegato col mal di pancia. Quindi cerco di tutelare la mia salute. E poi mi prendo cura dell’attrezzatura, carico le batterie, scarico le memory card, stampo le mappe, controllo il traffico e mi preparo i vari piani B, nel caso piovesse o ci fossero impedimenti al normale svolgimento della cerimonia. Insomma, è un bell’impegno!
MM: Come decidi la composizione delle fotografie nell’album?
AG: In primis propongo i vari tipi di album tra cui gli sposi possono scegliere. Poi propongo una prova di impaginazione fatta da me e la commento con gli sposi, in modo che mi dicano se le foto che ho scelto io sono le stesse che emozionano anche loro.
MM: Le fotografie che non vanno nell’album?
AG: Un album di matrimonio deve essere composto da foto di grande emozione, come un ritratto di coppia o un bacio con la mamma, le foto del rito e foto di distensione che permettano una lettura scorrevole: per esempio un dettaglio del bouquet o delle fedi sono foto che aiutano a rafforzare l’emozione, senza soverchiare. Di solito non vanno i ritratti di tutti gli invitati, le goliardate degli amici e tutte quelle foto che tolgono sobrietà al prodotto finale che deve essere molto emotivo ma non eccessivo. Io cerco di guidarli nella scelta.
MM: Cosa rispondi alle persone che ti dicono che il servizio fotografico è caro?
AG: Eh, oggi è la giornata delle domande difficili!! Sicuramente c’è uno zio, un amico, un conoscente che potrebbe fare le foto, persino gratis.
Però le foto sono l’unica cosa che resta come ricordo di quel giorno per tutta la vita: davvero si vuole correre il rischio su un valore così importante?
MM: E come rispondi alla sposa che ti dice di essere brutta o non fotogenica?
AG: Rispondo che non si va dal parrucchiere dicendo che non si è capaci a tagliarsi i capelli 🙂 E’ compito del fotografo trovare le pose, la luce, il taglio fotografico per valorizzare una persona. Fare foto è un’esperienza divertente e rilassata quando ci si lascia condurre.
MM: Come ti muovi all’interno della giornata del matrimonio: sei un fotografo che rapisce gli sposi o un fotografo/animatore?
AG: Per nulla e neppure ci riuscirei! Durante il ricevimento sono invisibile per non disturbare il naturale svolgimento della festa: a volte ci sono invitati più goliardici e a volte sono persone formali e posate. Non sta a me modificare il loro modo di vivere il matrimonio, col rischio di creare imbarazzi e situazioni spiacevoli. Gli sposi sanno che sono a disposizione per qualsiasi necessità, sia logistica che di foto, questo mi basta.
MM: Il consiglio agli sposi che non vogliono il fotografo al loro matrimonio.
AG: Guardate tante foto e domandatevi quale stile vorreste raccontaste il vostro giorno. Poi incontrate tanti fotografi e decidete quale volete al vostro fianco per tutta quella giornata.
MM: Il tuo stile è reportage puro o si fanno ancora foto in posa?
AG: Ho uno stile misto: il reportage per le parti di festa, di aperitivo, di cerimonia. Ma anche qualche ritratto di posa. Speso quando si pensa alla posa ci si immagina quelle foto anni ’80 estremamente finte. Le pose attuali sono facili, veloci e soprattutto estremamente naturali. Insisto con le pose perché non capiterà mai più di essere ben vestiti, ben truccati, sorridenti, con tutte le persone che si amano intorno ed un fotografo a disposizione!
MM: Ti ispiri ad alcuni fotografi? E se sì cosa ti ha colpito di loro?
AG: Seguo la scuola americana di fotografia di matrimonio: è un po’ più naturale e poetica a mio avviso. Mi piace perchè riesce a rendere in maniera efficace tutta l’emozione di quel giorno senza artifici e forzature.
MM: Una fotografia a cui sei particolarmente affezionato.
AG: Altra domanda difficile, per fortuna che è l’ultima!! J In ambito di matrimonio io sono affezionato alle coppie con cui lavoro: ciascuna mi ha regalato qualcosa di emozionante e alcune mi hanno dato tantissimo senza neppure saperlo. Essere in relazione con persone serene, innamorate, entusiaste… è quasi un dono!
MM: Grazie Aldo
AG: Grazie mille Manu!
Photogallery: Aldo Giarelli – Natural Emotion Photography